LA PRIMA LUCE DI NERUDA
di Ruggero Cappuccio
regia e adattamento César Brie
con Elio De Capitani, Cristina Crippa
e con Francesca Breschi, Silvia Ferretti, Umberto Terruso
musiche e canti eseguiti dal vivo da Francesca Breschi
suono Emanuele Martina
luci e scena Nando Frigerio
costumi Alessia Lattanzio
video Umberto Terruso
assistente alla regia Alessandro Frigerio
produzione Teatro dell’Elfo, Campania Teatro Festival
Due stagioni della vita di uno dei più popolari poeti del Novecento: la stagione dell’amore e delle speranze in un mondo che si trasforma e la stagione del buio, della violenza, della morte. Napoli, 1952. Pablo Neruda è svegliato da un insistente bussare alla porta. Al poeta viene notificato un decreto di espulsione dall’Italia. Nella stazione della capitale è atteso da una folla nella quale si riconoscono i volti di Moravia, della Morante, di Guttuso e di Carlo Levi. Intimano alla polizia di lasciarlo in libertà. In mezzo a quella folla una donna, Matilde, osserva e attende che si liberi anche il suo amore per Pablo.
Il romanzo di Ruggero Cappuccio scava nella fisicità e nel mistero dei personaggi, ne svela la grazia e infiamma di vitalità i percorsi della memoria.
La scena viaggia tra presente, passato e futuro, tra l’isola di Capri, dove i due amanti danno profondità e splendore a una passione segreta, e il Cile del golpe di Pinochet, quando altri militari bussano minacciosi alla loro porta.
È il primo incontro sul palcoscenico del regista argentino César Brie con gli amici fraterni Elio De Capitani e Cristina Crippa, che si alternano con Silvia Ferretti e Umberto Terruso nei ruoli di Neruda e Matilde e dei tanti personaggi che incrociano nello struggente percorso della loro storia d’amore e d’impegno politico.
Sono la poesia e la sensualità dei corpi imporsi sulla scena, corpi che si sfiorano, si toccano, si svelano, danzano il desiderio, incalzati o cullati dal canto dal vivo di Francesca Breschi.