AMLETO!
OLINDA e ARMUNIA
ovvero l’incontro mancato
Se l’occhio ha una visione spaventosa, il cuore s’arresta e rimane sospeso!
liberamente tratto da William Shakespeare
con Mario Apollaro, Simone Bianchi, Gemma Carbone, Antonio Casella, Tullio Ceccato, Maria Fantoni, Marco Lambardi, Leonardo Lancia, Francesca Malinconi, Barbara Mangano, Gianluca Mannari, Federica Monti, Elisa Pol, Pietro Rafaniello, Federica Rinaldi, Francesco Roberto, Adriana Stefanini, Cesare Tedesco
disegno luci e sonorizzazione Carlo Carbone
costumi Marika Hansson
luci Andrea Modica, suono Luca Pagliano
regia Maurizio Lupinelli
Tutto è tempo. Tutto è eternità. Incessante come il fluire del sangue in un corpo che non morirà.
La forza dell’indifferenza che ha permesso alle pietre di durare milioni di anni. È così che mi piace parlare del percorso fatto da me e dagli attori nell’affrontare Amleto. Un inciampo antico.
Una farsaccia. Grottesca e tragica dove gli attori perdono in ogni momento la loro identità sia mentale sia corporea, in un balletto continuo di mancamenti tra loro e i personaggi che in teoria rappresentano.
Tutti vogliono essere quello che non sono, appunto inciampi. Una giostra che gira a vuoto sotto l’incalzante volontà di non dire, ma di essere con ostentata fierezza tipico dei personaggi di Karl Valentin.
Maurizio Lupinelli
Dopo l’esperienza di Marat tratto da Peter Weiss, spettacolo che ha inaugurato il TeatroLaCucina nel maggio del 2008, Maurizio Lupinelli si confronta con Amleto, un lavoro rivolto ad attori con disabilità e non; concepito attraverso una serie di laboratori che hanno visto per un anno parallelamente coinvolte le realtà di Olinda a Milano e Armunia a Castiglioncello.
Olinda collabora con l’attore e regista Maurizio Lupinelli da molti anni, nell’ambito della conduzione di laboratori di teatro rivolti a persone con disabilità.
Da un anno Maurizio Lupinelli conduce il progetto Amleto! Ovvero l’incontro mancato con una compagnia di 18 giovani attori. Le residenze a Milano e a Castiglioncello hanno portato alla rappresentazione di uno studio durante il festival Da vicino nessuno è normale e Armunia Festival nell’estate 2008.
Il viaggio intrapreso in compagnia di attori con disabilità ci ha posto di fronte a un’acquisizione concreta: è proprio nel disagio, nel limite, come dice Copeau, nell’impedimento e nella “costrizione” come leve dell’invenzione scenica, che un attore trova la propria necessità. Un teatro che, con una forza “pari a quella della fame” come auspicava Artaud, scommetta sull’incontro-scontro fra arte e vita. Da questa scommessa scaturisce la necessità della ricerca di un teatro capace di integrare le diversità.