MUOIO COME UN PAESE

ph. Marta Cirello

GEMMA HANSSON CARBONE

MAR 17 SET ore 20 | Quartiere
Affori/Comasina
MER 18 SET ore 20 | Quartiere Padova/Turro

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replica 17/9
replica 18/9

Performance itinerante in cuffia per 30 spettatori
Il luogo di ritrovo verrà comunicato via mail nei giorni precedenti le repliche.

basato su Πεθαίνω σαν χώρα di Dimitris Dimitriadis
di e con Gemma Hansson Carbone
architetto Vasilis Mavrianos un grazie speciale a Mr. Theodoros Terzopoulous e Aglaia Pappas
produzione Naprawski con il supporto di Konstnärsnämnden – the Swedish Arts Grants Committee (SWE), ABF (SWE), Space A and KIAR 2023 (NEPAL) PARC – Performing Arts Research Center (ITA), Fondazione Fabbrica Europa (ITA), Gathenhielmska Kulturhuset (SWE), Art del Caminar – Walking Art and Relational Geographies (ES), walk – listen – create (BE)

Muoio come un paese è un esperimento artistico e liturgico atto ad evocare la presenza e l’avvento dell’Angelo della Storia.
L’Angelo è una giovane donna con un accento strano, non identificabile. Narra le ultime cruente vicende del Paese esponendole con la minuziosa scientificità di chi ha osservato lo svolgersi degli avvenimenti fuori dal corso naturale del tempo.
Dove ci troviamo? Quando sta accadendo tutto questo?

Muoio come un paese invita i suoi spettatori ad assistere ad una metafora fantascientifica, e allo stesso tempo arcaica, di una società che ha perso se stessa, e che è morta in se stessa.
La narrazione avviene durante una camminata immersiva guidata dall’artista Gemma Hansson Carbone, ed è composta seguendo le regole del paesaggio storico e geografico in cui la performance si colloca.

Muoio come un paese è un progetto di ricerca artistica aperto, libero, che coinvolge l’artista e il suo pubblico in una esplorazione collettiva di diverse pratiche artistiche e scientifiche (teatro, architettura, antropologia, archeologia, body art, poesia e cartografia) e che si struttura attorno ad un testo scritto dall’autore greco contemporaneo Dimitris Dimitriadis, e alla figura dell’Angelus Novus che Walter Benjamin descrisse nel suo omonimo saggio datato 1940.

Il potere della memoria e della Storia non passa semplicemente attraverso processi cognitivi e informativi ma fa parte di noi nel senso più letterale: siamo noi stessi i nostri luoghi, con tutti i segni che portano e portiamo, siamo il terreno su cui queste orme temporali e culturali sono impresse. La nostra stessa epigenetica è il nostro Paese, così come i nostri paesaggi sono la stratigrafia della nostra Storia.
Qual è la relazione occulta ma vibrante tra Natura e Arte? Tra Architettura e Memoria?

Cercare di rispondere a queste domande significa accettare che ogni performance di Muoio come un paese sarà diversa, un’esperienza unica. Ogni volta la città, le sue caratteristiche urbane e umane, la loro analisi e la composizione del testo, assieme alla presenza della performer e dei suoi spettatori saranno diversi e del tutto imprevedibili.


Con il contributo di