PREGHIERINE

uno spettacolo che non c’è

di Gabriele Portoghese
con Gabriele Portoghese e Gaia Rinaldi

Con chi parliamo quando parliamo con Dio?

“Dal sublime al ridicolo non c’è che un passo” ha detto, forse, Napoleone. Qui tentiamo di ribaltare il viaggio, senza paura di partire dal ridicolo o dall’effimero, senza sapere quale sia la destinazione.
In uno spazio scarno e indefinito si incontrano quotidiano e straordinario. Un tessuto sonoro evoca luoghi e situazioni del reale e dell’immaginario.
Le preghierine sono liste dei desideri, dai più frivoli ai più inconfessabili. Ma non solo. Ogni volta che facciamo una domanda alla vita o alla morte, ci affacciamo su qualcosa che ci sfugge, un altrove.

Preghierine ha a che fare col nostro bisogno di consolazione e con quel luogo inconsolabile dell’anima che cerca il senso della nostra esperienza sulla terra. Qualcuno lo trova negli oggetti, nel cibo o nei corpi. Altri lo cercano nel divino. Etc etc.
Senza mai rappresentare, se non con gli strumenti del gioco o dell’evocazione, le due persone in scena attivano un flusso lacerato e denso come la memoria, in cui si avvicendano – come frammenti – confessioni, situazioni, immagini. Vediamo i due performer dare voce e corpo a se stessi ma anche ad altre possibili figure. Alla ricerca di un impietoso – ma non spietato – Noi.

P.S.
Sappiamo che impietoso e spietato sono sinonimi. Diciamo che noi ne indaghiamo la differenza.