RICHIAMO
ideazione Elisa Spina
coreografia e danza Elisa Spina, Olimpia Fortuni e Valeria Alvarado Mejia
Tre donne a confrontarsi con il proprio vuoto, fanno appello al Sé che è al di là, si immergono nel Rio abajo Rio, il fiume che scorre sotto il fiume, utilizzando l’espressione di Clarissa Pinkola Estés. L’immersione negli strati profondi della psiche permette di riemergere purificati e informati di un sapere che profuma di sacro.
Ricongiungendosi con la profonda sapienza della natura istintuale cantano insieme.
Un atto condiviso che sia un invito ad un altro modo di stare.
Questo progetto ha l’intento di dar vita ad un atto, di distruzione e di creazione, che nasce da una necessità sentita di rompere con un sistema per aprire la strada verso un nuovo equilibrio.
Nasce dal desiderio di voler creare un collettivo di donne molto diverse tra loro, che hanno una comune spinta verso la ricerca personale e la propria evoluzione, in particolar modo nell’universo femminile.
Si tratta di un lavoro che cerca un contatto con un immaginario antico e viscerale di donna, nel quale l’affacciarsi nel vuoto dell’esistenza stimola il ricongiungimento con la profonda sapienza della natura istintuale che contiene una correttezza automatica di percezione (C.P. Estès).
“Quando danzo Richiamo non mi sento sola, prima di iniziare guardo allo specchio colei che è al di là e la richiamo. Ogni volta che inizio sento dietro di me un esercito di donne, tutte quelle prima di me, che porto nel mio sangue”.
Richiamo è nato istintivamente seguendo il suono del tamburo del brano Viaggio sciamanico 1: Tamburo in pelle di bisonte e Fischietto d’osso d’Aquila di Marco Massignan, e le voci femminili del Secondo coro delle lavandaie della Nuova compagnia di canto popolare, che hanno guidato e suggerito sequenze di movimenti, gesti e azioni.
Durante il processo Elisa Spina ha anche svolto ricerche sulle antiche tradizioni matriarcali, sui culti di divinità femminili, sul genocidio delle donne ai tempi della persecuzione delle streghe, la simbologia archetipica e il potere di cura e saggezza che i sistemi patriarcali di varie epoche hanno sempre cercato di reprimere.
Spunto di ispirazione sono anche stati dei documentari di Donna Read (Goddess remembered, The burning times, Woman and Spirituality part 3: Full circle) e la lettura del saggio Donne che corrono coi lupi di C.P. Estés, psicoanalista junghiana, poeta e cantadora, che è un vero e proprio manuale dell’universo femminile, materiali su cui anche le altre donne stanno lavorando.